27.4.07

Bologna la rossa è morta

Tra poco si va in Ferie.

Mare ombrelloni, montagna piste finto innevate, collina boschi.

Città nulla come al solito, o quasi.

Bologna la rossa è morta, poche pippe.

Ci siamo seduti su di un comodo divano e la abbiamo lasciata andare via, magari le abbiamo anche pagato il taxi perché siamo dei signori e perché così si cavava più in fretta dalle scatole, ad ogni modo la abbiamo accompagnata alla porta e con una leggera spinta la abbiamo salutata sul pianerottolo.

Adesso la guardiamo in teca di cristallo dormire, come Biancaneve, solo che il principe azzurro che avrebbe dovuto svegliarla se ne è andato in vacanza a Genova a prendere dei meritatissimi fischi.

Ora qualcuno si guarda intorno e non capisce, legge strani volantini sui muri che parlano del 25 aprile e della resistenza come di un fatto attuale, ascolta i proclami dalla televisione poi passa in piazza maggiore e si chiede:

“Si ok ma allora?”

Qui si parla solo di Partito Democratico (bello sapere che gli altri non lo sono, anche se un po' lo sospettavamo), ma la sinistra dove sta?

Rinchiusa in una galassia molecolare di partitini che si sparano attraverso degli specchi senza rendersi conto che sparano solo all'immagine che hanno di loro stessi.

Ora però forse qualche cosa è arrivato a cambiare le cose.

Adesso bisogna essere UNITI dicono tutti, senza aggettivi ma di sinistra.

Sono d'accordo la gente lo dice da un pezzo, e sono felice che forse si riuscirà effettivamente a creare qualcosa.

Ma sapete che cos'è che fa invece tristezza? La consapevolezza che non sono cambiate le posizioni le nomenclature, quello che è cambiato è che adesso il mondo politico della sinistrina ha paura di ritrovarsi per strada, senza il divano di cui sopra.

Quindi tutti a rivedere parole d'ordine e a stringersi mani e a darsi pacche sulle spalle.

Io sono sfiduciato, lo so e me ne rendo conto, ma spero che da questa paura qualche cosa di buono nasca.

22.4.07

Bentornato :-)

Buonasera, scusate se sono un po' commosso e, magari, si vede. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni
(Aprendo la prima puntata della trasmissione RT - Rotocalco Televisivo il 22 aprile 2007)

Sto dall'altra parte, quella che simpaticamente il premier ha definito «coglioni». Credo che tutti i giovani, figli di ricchi o di poveri, debbano avere gli stessi diritti allo studio e uguali possibilità nell'affrontare la vita; credo nella magistratura, nella sua indipendenza, e che tutti possano difendersi qualunque sia il conto in banca, quindi non credo alle trame; credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere; credo che non debbano esserci prevaricazioni né leggi ad personam, per sé, familiari o amici; credo che la pace debba sempre vincere sulla guerra; infine credo che non si debbano imbarcare fascisti e neonazisti per un pugno di voti. Non mi fido di chi ha avuto cinque anni e li ha spesi male. E non ho mai sopportato quelli che fanno promesse e non le mantengono.
(dal Corriere della Sera, 9 aprile 2006)

Chi manca?

Via Brocchindosso nome assurdo per una piccola via che dalla strada maggiore arriva alla via San Vitale, portoni che non hanno nulla dei grandi palazzi del centro e che rimandano il fango e il sabbione degli anni passati, qui sicuramente la gente pisciava negli angoli dopo le sbronze, qui ci si veniva a bere e a scambiarsi qualche schiaffo o coltellata tra goliardi.

Qui c'era la casa di Darien al Plè dove, la notte, i moschettieri di san Vitale stampavano volantini e giornali clandestini durante l'occupazione Nazista, che poi andavano affissi per il centro o passati di mano in mano la sera nelle osterie.

E sicuramente qui il 21 aprile 1945 si è fatto festa quando il CLN ha nominato Dozza sindaco della città liberata.

E da li in avanti tutti gli anni i sindaci hanno rinnovato la festa della liberazione, magari spostandola al 25 con il resto d'Italia, oppure festeggiando due volte in due diverse maniere, ora ditemi chi manca nei festeggiamenti di quest'anno?



25 aprile, 62° Anniversario della Liberazione, gli appuntamenti a Bologna:

Ore 9,30, Chiesa di Santo Stefano, deposizione di corona con picchetto. Sarà presente, in rappresentanza del Comune di Bologna, la vicesindaco Adriana Scaramuzzino;

ore 10.30, Piazza Nettuno, Alzabandiera e deposizione di corone con picchetto al Sacrario dei Caduti e a seguire celebrazione ufficiale. Interverrà il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. Sarà presente, in rappresentanza del Comune di Bologna, la vicesindaco Adriana Scaramuzzino;

ore 12, a Palazzo Malvezzi, ricevimento offerto dall'Amministrazione Provinciale alle forze dell'Antifascismo e della Resistenza;

ore 12, nel Giardino di Porta Saragozza, omaggio alla lapide che ricorda gli omosessuali trucidati nei campi di sterminio. Sarà presente, in rappresentanza del Comune di Bologna, il presidente del Consiglio Comunale Gianni Sofri;

ore 15, in Piazza Maggiore e Piazza Nettuno, concerto di bande popolari;

ore 19, in Piazza Nettuno, ammainabandiera.

Alla Chiesa di Santo Stefano e in Piazza Nettuno sarà presente il Gonfalone del Comune.


27.3.07

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”.

Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.

Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.

Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

Teresa Sarti Strada

Presidente di Emergency


13.3.07

Brutti ricordi e nuove speranze


12 marzo 2007 Corriere.it
Secondo la famiglia, c'è stato un «uso eccessivo della forza»
Caso Giuliani, la Corte Ue accoglie ricorso
Giudicata «ricevibile» l'istanza presentata dai genitori e dalla sorella del ragazzo morto durante gli scontri del G8 di Genova

BRUXELLES (Belgio) -
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato «ricevibile» il ricorso presentato dai genitori e dalla sorella di Carlo Giuliani, morto a Genova nel 2001 durante gli scontri avvenuti in occasione del vertice del G8. Lo ha reso noto la stessa Corte precisando che la sentenza sarà pronunciata in altra data. La decisione dei giudici europei segue la prima udienza che si era tenuta il 5 dicembre scorso.
«FORZA ECCESSIVA» - La famiglia Giuliani nel suo ricorso a Strasburgo ha invocato, in particolare, l'articolo 2 della Convenzione dei diritti dell'uomo (diritto alla vita) sostenendo che la morte di Carlo «è dovuta ad un uso eccessivo della forza» e considerando che «l'organizzazione delle operazioni per ristabilire l'ordine pubblico non siano state adeguate». I ricorrenti lamentano inoltre «l'assenza di soccorsi» immediati che ha comportato la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione (divieto di trattamenti inumani). L'istanza davanti alla Corte di Strasburgo è stata presentata il 18 giugno 2002.

IL PROCESSO - Le udienze del processo della Corte di Strasburgo potrebbero cominciare prima dell’estate e saranno pubbliche. La Corte si pronuncia sulle responsabilità legate alla violazione dei diritti umani, cioè su un campo di azione più ampio dei singoli addebiti penali. Sarà tutt’altro che un processo astratto: le sentenze della Corte di Strasburgo sono direttamente applicabili negli Stati membri, salvo appello al Collegio della Grande Camera.

5.3.07

Ciao Osvaldo

IL CORVO ALL'INCONTRARIO [3]

“Come ribaltato?” Primo strabuzzò gli occhi “devo mettermi a testa in giù?”


“Sarebbe un inizio, anche se non sufficiente, ma comunque un inizio” fece il professore aggiustandosi gli occhiali sul muso.


“Vedi figliuolo, il fatto è che normalmente voi” qui prese una pausa “umani siete un po' troppo banali per entrare nel nostro mondo, del resto c'è un motivo se abbiamo preferito staccarlo dal vostro ti pare?”


Primo annuiva con un'aria perplessa, lui del resto non si sentiva affatto banale, ogni giorno passava ore ad inventarsi e ad inventare giochi e storie per lui e per i suoi fratelli e le sue sorelle, e questo non gli sembrava assolutamente un comportamento banale.

Rinfrancato da questo ragionamento disse


“Ma io non lo sono, e poi in qualche modo devo aiutare il mio babbo insomma, mica posso lasciare che ci sloggino dal nostro podere”


Il topo prese a grattarsi meditabondo il mento, mentre Nero e Oro facevano lo stesso con un'espressione decisamente meno seria.


“Bene un modo ci sarebbe, domani notte devi andare al pozzo e porta con te un uovo di gallina, quando sarai li siediti sul bordo e chiama la Biscia del latte”


Primo sbiancò


“Ma ma la biscia del latte è cattiva, la mamma da piccolo mi raccontava sempre le storie sui bambini mangiati”


“E secondo te perchè devi portarti dietro l'uovo, lei ne va matta, con quello dovrai convincerla a portarti fino all'altro mondo”


“All'altro mondo!” questa volta a squittire fu Primo a cui quell'espressione proprio non piaceva.


“O insomma è un modo di dire” fece il professore spazientito “se vuoi andarci si fa così altrimenti sono poi fatti tuoi” e detto questo si rimise il morso e non parlò più.

Nero e Oro avevano ascoltato tutto e cercarono di tranquillizzare Primo.


“Su su cinno stai tranquillo, non è che poi mangi la gente il biscione”


disse Oro


“Non sempre almeno”


corresse Nero, Primo non si sentiva affatto tranquillizzato.

Nonostante tutto però, la mattina dopo andò nel pollaio e, senza dirlo alla mamma, prese una delle poche uova che trovò sotto la loro unica gallina e se la mise in tasca.

La notte seguente andò a letto vestito e quando tutti si furono addormentati, quatto quatto uscì alla luce della luna piena.


“Oila! Primo”


urlarono in coro i due folletti


“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”

fece primo terrorizzato


“Shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhtttt!!!”


fecero i folletti agitando le manine


“Svegli tutti!”


E insieme si incamminarono verso il centro dell'aia dove, mezzo coperto dall'unico fico buono del campo, stava il pozzo.

Quando lo raggiunsero il bambino si guardò in torno a metà tra l'impaurito e il dubbioso


“Ora che devo fare?”


chiese


“Semplicemente vai al pozzo, affacciati dalla vera e chiama su la biscia. O non scordarti dell'uovo mi raccomando”


Primo si avvicinò al basso muretto di mattoni e guardò dentro, non gli sembrava ci fosse nulla di strano, la corda del secchio penzolava e dal basso ritornavano alcuni riflessi che la luna faceva sull'acqua.

Preso il coraggio a due mani aprì la bocca e urlò


“Biscia! Biscia del latte!”


Nessuna risposta, Nero e Oro intanto erano spariti dietro ad un sasso e da li lo incitavano


“Avanti riprova!”


Primo si girò ma rimase gelato, dal bordo del pozzo due occhi gialli e fluorescenti lo guardavano con aria malevola, incastonati su di una testa nera e lucida dalla cui bocca cadevano delle stille di bava biancastra.

Il sibilo che la biscia emise gli sembrò al cosa più terrificante del mondo, peggiore persino dei tuoni e della casa stregata su alla croara.


“Chi sssssssssssssssssei tu?” sibilò la biscia e poi ancora “che cosssssssssssssssssssssssssssa vuoi?”