31.1.07

Guardatevi questa chicca!!!!



A casa Gates non sanno veramente più che cosa inventarsi.

É un cartoon on line contro la pirateria, con toni da film horror... GENIALE!!!!

28.1.07

SE QUESTO E' UN UOMO


Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no

Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.

Primo Levi

25.1.07

«Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo»


«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.»


Il 27 Gennaio è il giorno della liberazione di Auschwitz.

Non sono mai stato a visitarlo, sono però stato a Dacahu.

Il campo di per se è un'esperienza dura e grigia, ma quello che più mi ha impressionato è stata una foto come quella che ho inserito qui.

Scarpe su scarpe depositate fino al soffitto in un magazzino.

Scarpe dei prigionieri, politici, ebrei, omosessuali, rom ed altri.


«Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo»

24.1.07

Giuliano (Bee Hive)

Giuliano, io e te siam due
Strani, ma simpatici però.
Giuliano, io non ho un amico
Migliore di te no, no.

Con Giuliano gioco, corro, rido, parlo e poi
Mangiamo sempre tutto ugual noi due
Ci dividiam tutto quel che noi abbiam
Stiamo sempre insieme noi.

Sai come è bello, sì
Siam degli amici noi
Sai come è bello, sì
Giocare con Giuliano.

20.1.07

Il Generale Inverno e i Demoni di Fuliggine


Tanti e tanti anni fa viveva sui colli di Bologna un vecchio generale.

L'uomo comandava schiere e schiere di soldati di brina, grandi uomini e piccoli elfi che ad ogni suo cenno rispondevano prontamente attaccando e conquistando i prati come i fiumi, le fontane come i tetti delle case.

Ognuno di loro aveva un compito ben preciso e unico ognuno, nella mente del vecchio condottiero, aveva un suo preciso obbiettivo.

La battaglia aveva sorti alterne ogni anno, ma ogni anno si concludeva con la vittoria del generale sul suo più sedentario e dolce fratello, che alle schiere di brina aveva preferito una manica di pittori nullafacenti che non si occupavano d'altro che tingere foglie e scaldare castagne.


Questo fino al sesto anno del secondo millennio dalla nascita del Nazareno.


La mattina del ventunesimo giorno del dodicesimo mese la sveglia del generale suonò come ogni anno, il vecchio stropicciò gli occhi, scostò le coperte di ghiaccio che lo avevano coperto e tenuto in un freddo confortevole durante il riposo, si alzò ed indossò la sua vecchia divisa coperta di medaglie di neve e si accorse che qualche cosa non andava.


Brina e Neve (il generale era un po' monotematico anche nei nomi) i suoi lupi non erano li con lui, ne tanto meno si fecero vedere i suoi attendenti e il suo stato maggiore.

Prese allora ad aggirarsi per il vecchio castello che abitava, nessuna delle finestre era aperta e soltanto qualche debole lama di luce filtrava dai vecchi scuri di legno.

Camminò e chiamò ma non ebbe risposta da nessuno dei suoi servi o dei suoi soldati, poi sentì qualche cosa, un pianto sommesso che proveniva dalla grande sala dei balli dove ad ogni cambio d'anno si tenevano i festeggiamenti in suo onore.


Affrettò il passo e con un calcio (il generale non aveva esattamente un carattere dolce e contemplativo) aprì la pesante porta di legno che andò a sbeccare con un tonfo gli stucchi della parete.


“Chi piange in casa mia?”


Tuonò, ma subito si pentì della sua irruenza quando vide una bambina di poco più di sei o sette anni seduta al centro della sala con un abito ricamato di petali e di colori che lui nemmeno sognava, lottare con dei piccoli folletti neri di fuliggine che la tiravano e la deridevano.


“Vi prego ho sonno” diceva tra un singhiozzo e l'altro “lasciatemi dormire è tanto tardi”

ma i piccoli demoni continuavano a tirarle i capelli e a pizzicarle la pelle rosa.


“Lasciatela in pace” urlò nuovamente il generale avanzando minaccioso con la sciabola in pugno

“Andatevene codardi o affrontate me il Generale Inverno!”


Per un istante i folletti si fermarono a guardarlo stupiti e un po' spaventati, poi scoppiarono a ridere tutti insieme.


“Ma cosa vuoi fare tu vecchio?”


Dissero fra le risa


“ormai hai già perso, abbiamo già distrutto il tuo esercito e stiamo rovinando anche le tue roccaforti al nord e al sud, ormai sei nostro ostaggio e ti libereremo solo quando farà comodo a noi!”

cantilenarono con i loro aliti fetidi


E detto questo gli gettarono addosso una campana di plastica vuota da cui il generale non poteva uscire, ma solo guardare i folletti che non la smettevano di infastidire la sua piccola primogenita, Vera.


Ora questa favola ancora non ha una fine, spero però che i folletti lascino in pace la piccola Vera e che il vecchio inverno si sia placato un pochino quando riuscirà a liberarsi, oppure speriamo che chi può la smetta di essere ipocrita e cieco e decida di porre veramente un freno all'armata dei demonietti di fuliggine.

17.1.07

L'orologio



Nel piccolo scrigno di legno scuro sul trumò, stretta fra una vecchia medaglia e una bigiotteria pesante, una vecchia cipolla di quelle che non sfigurerebbero al taschino di un attore in un film.

Ogni sera due giri alla piccola ghiera zigrinata solo per sentire il ticchettio leggero, ancora più attutito dalla fodera sdrucita della scatola.

...

Gobbolino era un gatto di strega, o almeno così avrebbe voluto la sua mamma, ma nella notte sua sorella Sutica vide il piccolo calzino bianco della zampa sinistra del fratello.

Ancora un sorso di latte da un biberon ormai fuori luogo e già gli occhi si chiudono.

16.1.07

Raccontar storie


Gobbolino è un gatto di strega, e il buon Ted ha deciso di usare un Rabarbaro per cappello.

Anni fa un bambino dormiva in un lettino da campeggio Blu nella camera da letto dei suoi nonni, mentre un grosso mangiacassette di bachelite nera raccontava fiabe con il gusto del latte caldo.


Nel 1850 la bandiera Cubana venne issata per la prima volta.
Essa combina tre colori: rosso, bianco e blu: tre striscie blu, gli stati in cui era suddivisa a quel tempo; due striscie bianche, la forza di un combattente idealista; un triangolo rosso, che rappresenta eguaglianza, fraternità e libertà, e allo stesso tempo il sangue che deve essere versato in una guerra per l'indipendenza; e una stella bianca,solitaria, il simbolo dell'assoluta libertà rispetto alle altre nazioni.

11.1.07

A NOI A LORO A CHI CI AMA E A CHI CI ODIA!!!


























CA' DE MANDORLI - via Idice 24 San Lazzaro Di Savena (BO)


Evvai che si ricomincia... speriamo :-)