27.3.07

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”.

Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.

Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.

Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

Teresa Sarti Strada

Presidente di Emergency


13.3.07

Brutti ricordi e nuove speranze


12 marzo 2007 Corriere.it
Secondo la famiglia, c'è stato un «uso eccessivo della forza»
Caso Giuliani, la Corte Ue accoglie ricorso
Giudicata «ricevibile» l'istanza presentata dai genitori e dalla sorella del ragazzo morto durante gli scontri del G8 di Genova

BRUXELLES (Belgio) -
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato «ricevibile» il ricorso presentato dai genitori e dalla sorella di Carlo Giuliani, morto a Genova nel 2001 durante gli scontri avvenuti in occasione del vertice del G8. Lo ha reso noto la stessa Corte precisando che la sentenza sarà pronunciata in altra data. La decisione dei giudici europei segue la prima udienza che si era tenuta il 5 dicembre scorso.
«FORZA ECCESSIVA» - La famiglia Giuliani nel suo ricorso a Strasburgo ha invocato, in particolare, l'articolo 2 della Convenzione dei diritti dell'uomo (diritto alla vita) sostenendo che la morte di Carlo «è dovuta ad un uso eccessivo della forza» e considerando che «l'organizzazione delle operazioni per ristabilire l'ordine pubblico non siano state adeguate». I ricorrenti lamentano inoltre «l'assenza di soccorsi» immediati che ha comportato la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione (divieto di trattamenti inumani). L'istanza davanti alla Corte di Strasburgo è stata presentata il 18 giugno 2002.

IL PROCESSO - Le udienze del processo della Corte di Strasburgo potrebbero cominciare prima dell’estate e saranno pubbliche. La Corte si pronuncia sulle responsabilità legate alla violazione dei diritti umani, cioè su un campo di azione più ampio dei singoli addebiti penali. Sarà tutt’altro che un processo astratto: le sentenze della Corte di Strasburgo sono direttamente applicabili negli Stati membri, salvo appello al Collegio della Grande Camera.

5.3.07

Ciao Osvaldo

IL CORVO ALL'INCONTRARIO [3]

“Come ribaltato?” Primo strabuzzò gli occhi “devo mettermi a testa in giù?”


“Sarebbe un inizio, anche se non sufficiente, ma comunque un inizio” fece il professore aggiustandosi gli occhiali sul muso.


“Vedi figliuolo, il fatto è che normalmente voi” qui prese una pausa “umani siete un po' troppo banali per entrare nel nostro mondo, del resto c'è un motivo se abbiamo preferito staccarlo dal vostro ti pare?”


Primo annuiva con un'aria perplessa, lui del resto non si sentiva affatto banale, ogni giorno passava ore ad inventarsi e ad inventare giochi e storie per lui e per i suoi fratelli e le sue sorelle, e questo non gli sembrava assolutamente un comportamento banale.

Rinfrancato da questo ragionamento disse


“Ma io non lo sono, e poi in qualche modo devo aiutare il mio babbo insomma, mica posso lasciare che ci sloggino dal nostro podere”


Il topo prese a grattarsi meditabondo il mento, mentre Nero e Oro facevano lo stesso con un'espressione decisamente meno seria.


“Bene un modo ci sarebbe, domani notte devi andare al pozzo e porta con te un uovo di gallina, quando sarai li siediti sul bordo e chiama la Biscia del latte”


Primo sbiancò


“Ma ma la biscia del latte è cattiva, la mamma da piccolo mi raccontava sempre le storie sui bambini mangiati”


“E secondo te perchè devi portarti dietro l'uovo, lei ne va matta, con quello dovrai convincerla a portarti fino all'altro mondo”


“All'altro mondo!” questa volta a squittire fu Primo a cui quell'espressione proprio non piaceva.


“O insomma è un modo di dire” fece il professore spazientito “se vuoi andarci si fa così altrimenti sono poi fatti tuoi” e detto questo si rimise il morso e non parlò più.

Nero e Oro avevano ascoltato tutto e cercarono di tranquillizzare Primo.


“Su su cinno stai tranquillo, non è che poi mangi la gente il biscione”


disse Oro


“Non sempre almeno”


corresse Nero, Primo non si sentiva affatto tranquillizzato.

Nonostante tutto però, la mattina dopo andò nel pollaio e, senza dirlo alla mamma, prese una delle poche uova che trovò sotto la loro unica gallina e se la mise in tasca.

La notte seguente andò a letto vestito e quando tutti si furono addormentati, quatto quatto uscì alla luce della luna piena.


“Oila! Primo”


urlarono in coro i due folletti


“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”

fece primo terrorizzato


“Shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhtttt!!!”


fecero i folletti agitando le manine


“Svegli tutti!”


E insieme si incamminarono verso il centro dell'aia dove, mezzo coperto dall'unico fico buono del campo, stava il pozzo.

Quando lo raggiunsero il bambino si guardò in torno a metà tra l'impaurito e il dubbioso


“Ora che devo fare?”


chiese


“Semplicemente vai al pozzo, affacciati dalla vera e chiama su la biscia. O non scordarti dell'uovo mi raccomando”


Primo si avvicinò al basso muretto di mattoni e guardò dentro, non gli sembrava ci fosse nulla di strano, la corda del secchio penzolava e dal basso ritornavano alcuni riflessi che la luna faceva sull'acqua.

Preso il coraggio a due mani aprì la bocca e urlò


“Biscia! Biscia del latte!”


Nessuna risposta, Nero e Oro intanto erano spariti dietro ad un sasso e da li lo incitavano


“Avanti riprova!”


Primo si girò ma rimase gelato, dal bordo del pozzo due occhi gialli e fluorescenti lo guardavano con aria malevola, incastonati su di una testa nera e lucida dalla cui bocca cadevano delle stille di bava biancastra.

Il sibilo che la biscia emise gli sembrò al cosa più terrificante del mondo, peggiore persino dei tuoni e della casa stregata su alla croara.


“Chi sssssssssssssssssei tu?” sibilò la biscia e poi ancora “che cosssssssssssssssssssssssssssa vuoi?”

2.3.07

Post di servizio

SONO PIU' VECCHIO
E il mondo mi festaggia ocn una giornata di sole... se sono importante :-)
E ora un disegnetto che non centra nulla :-P