30.11.06

Croara [3]


[...Libero cresceva bene e Luciano faceva il possibile per farlo vivere al meglio, piccoli giocattoli fatti con il legno, latte di capra e miele per farlo venir su forte e spesso e volentieri ore con lui nei campi a guardarlo lavorare.

Era in quelle giornate che noi potevamo stare di più insieme, gli altri si erano stancati presto di lui dicevano che era noioso e che non capiva per nulla gli scherzi che gli facevano.

Una volta in effetti aveva addirittura vomitato il latte addosso ad uno di loro che glie lo aveva cagliato per gioco.

Io invece con lui mi ci trovavo bene, raccontavo storie o semplicemente me ne stavo sulla culla a leccare le gocce di latte dolce che cadevano dalla sua tettarealla, alla fine non era un brutto vivere.

Poi però Luciano iniziò ad accorgersi di qualche cosa.

Non so esattamente come accadde, ma di punto in bianco lo lasciava meno solo e poi gli fece qualche cosa, una roba strana difficile da capire, solo che da un momento all'altro Libero non poté più vedermi, non nel senso che mi prese in antipatia, proprio non mi vedeva più, erano inutili tutti i miei tentativi, qualsiasi cosa io facessi lui sembrava non capirla, i salti sulla pancia, il solletico reagiva a tutto con fastidio, a scatti...

Allora mi arrabbiai e gridai e urlai, feci di tutto per farmi notare ma nulla, piansi anche per un po' ma nulla... poi Libero fece una cosa strana che non mi aspettavo, guardò Luciano e disse:

“Pa-pà”

Scappai, gli aveva dato un nome! Ora non era più solo un Luciano qualsiasi era diventato Pa-pà...]

29.11.06

Le pantofole dell'orco



Le pantofole dell'orco, letto così decontestualizzandolo sembra il titolo di una fiaba, una di quelle con piccoli bambini che si salvano dando un calcio nel sedere ad una strega o rubando gli stivali dalle sette leghe al gigante cattivo che poi precipita giù dalla pianta dei fagioli magici.

Non è così, L'orco di cui parla il libro a fumetti di Rosalind B. Penfold, è un orco molto più spaventoso di qualsiasi mostro si possa trovare nei racconti.

Anche adesso vieni difficile parlarne, perché se leggendolo con gli occhi di una donna quel libro racconta una storia di violenza privata a volte tremendamente simile alla propria, leggendolo come uomo si viene presi da una paura tremenda, l'inquietudine di poter essere così o di poterlo diventare.

Si ripensa a quando magari si è vissuto situazioni simili da bambini e da come si è fatto di tutto per sfuggirvi, si guarda indietro e con lucidità si cerca di fare un analisi dei propri comportamenti cercandoci una qualsiasi somiglianza.

E' un libro terribile per quanto è semplice e reale, va letto.

Va letto come atto d'accusa, va letto come doverosa apertura d'occhi, va letto perchè quelle sono cose che rimangono e che non solo condannano chi le applica, ma in maniera ben peggiore chi le subisce.

Va letto con consapevolezza di non essere estranei, che pensare io non lo sarò mai non basta.

Va letto come presa di consapevolezza che il mondo fuori dal nostro privato più intimo è sensibile a noi e noi dobbiamo esserlo ad esso.

25.11.06

Graphic Novel

Alla tenera età di 28 anni (ventotto è un numero pieno, ha un bel suono, sembra un un punto di passaggio come se da li in avanti le cose dovessero cambiare) ho scoperto le Graphic Novel.

Non che non avessi mai letto nulla di quello che viene considerato “fumetto d'Autore” tuttavia lo avevo sempre considerato come una specie di nicchia poco rilevante.

Certo MAUS è da sempre uno dei miei albi preferiti, ma non era mai veramente entrato a far parte del mio linguaggio.

Adesso invece scopro una serie di storie che mi danno una nuova lettura del media Fumetto, o meglio me ne palesano una che avevo sempre conosciuto ma mai veramente affrontato.

Quando sentivo la definizione di “romanzo a fumetti” pensavo ad un'esagerazione, all'impossibilità di esprimere nella gabbia delle immagini disegnate la stessa forza delle immagini e delle emozioni che si formano libere nella lettura di un romanzo.

Devo ricredermi, ovviamente altrimenti non starei scrivendo :-), non è che mi sia fatto una ricerca approfondita, mi sono semplicemente affidato alla ricerca che la redazione dell'espresso ha fatto in questi giorni e alla conseguente iniziativa editoriale.

Insomma è bello scoprire, a ventotto anni appunto, che ci possono essere fumetti non schiavi dell'immagine ma liberi di raccontare storie con stili e tratti servi di esse e non viceversa.

24.11.06

Croara [2]



[...Luciano era un bell'omone, alto alto con due mani enormi e un gran sbuzzo per i lavori manuali.

Quando lo vedemmo arrivare ci preoccupammo non poco, eravamo appena passati dagli uomini che parlavano in uno strano modo e da quelli che venivano qui a nascondersi, i secondi un po' meglio dei primi, e non avevamo una gran voglia di avere nuovamente a che fare con quella gente alte e irrispettosa.

Luciano però era diverso, lui si guardava intorno con gentilezza e con un occhio esperto, una specie di autorevolezza imbastardita di calma e tristezza.

Tornò più volte e alla fine iniziò a lavorare di vanga e piccone, lo fece una mattina di aprile dicendo che era un giorno speciale e che Libero, il bimbo che portò con lui nella culla e che sistemò al bordo del campo, avrebbe dovuto ricordarselo.

Libero era buffo a vederlo, pensammo fosse mezzo scemo o che fosse malato, non ne avevamo mai visto uno prima, un piccolo uomo, un bambino era una roba nuova, ma quanto puzzava.

Cioè non è che puzzasse lui normalmente, però ciclicamente un paio di volte al giorno non gli ci si avvicinava, per quello pensammo fosse malato.

Ci faceva anche un po' pena così iniziammo a giocarci, lui rideva e noi gli camminavamo sulla pancia facendoci piccoli piccoli...]

21.11.06

Croara


[...Su per via della Croara c'è una vecchia casa.

Le porte sono tinte di nero e gli scuri alle finestre portano un verde sbeccato dall'umidità.

Dall'aia si alzano tre grossi gradini di pietra grezza, praticamente tre macigni poggiati li per caso; io vivo li.

Non nella casa, proprio li tra i gradini, per entrare bisogna spostare una piccola porta di muschio e muffa e scavalcare la muta di un vecchio ragno peloso che ora ha traslocato tra le imposte del terzo piano.

Ecco non sembra bellissima ma è un po' come mangiare una caramella venuta male, a guardarla fa schifo, magari con dei grumi di zucchero scuro sopra che sembrano grosse formiche, ma appena la addenti ti senti il dolce sulla lingua e nella gola il miele che scende.

Appena dentro difatti, superando il ragno si intende, ci si trova in un'unica stanza, per me bella grande, con il letto ricavato in una piccola scatola di brillantina del figlio della signora e un tappeto intrecciato con dei fili di cotone colorato, decisamente confortevole nonostante la polvere onnipresente.

La mia famiglia vive qui da anni, più o meno dalla costruzione della casa da parte del nonno della signora...]

17.11.06

Inutile


Scrivo giusto per il gusto di farlo.

Non ho nulla di speciale da dire, solo a volte mi piacerebbe essere una di quelle persone che sanno tirare fuori poesie e grandi considerazioni.

Invece non ne sono mai stato capace, penso un mucchio, magari ragiono ma di mettere le cose per iscritto non c'è verso.

Vado, nella mia testa, dalle fiabe alla politica a volete sovrapponendole, immaginandomi luoghi in cui troll blu di tre metri cercano di applicare gli schemi del socialismo a popolazioni di elfi e folletti.

Vedo, nella mia testa, città in cui Rosaspina si emancipa dal lavoro di sguattera, non sposandosi il principe azzurro, ma ponendo questioni di genere e di classe alle sue sorellastre.

Cerco di immaginarmi in questi contesti assurdi e mi guardo poi intorno per crearli qui.

14.11.06

Mastella, polemica contro videogiochi violenti

Noto Idraulico risponde a Mastella
Dal corriere di marioworld 1-1


Signor Mario che ne pensa delle dichiarazioni del guardasigilli?


"Sono Indignato, io e mio fratello Luigi facciamo questo lavoro da anni e non abbiamo mai causato danni!

Lo stesso si può dire sui nostri colleghi, mentre il discorso cambia se si parla dell'UDEUR!
Facciamo piuttosto un AUTHORITHY sulla competenza dei nostri ministri.

Insomma non credo che Mastella abbia mai giocato con un CUBO o una PS2"

13.11.06

Stella Stellino


Stella stellino
la notte si avvicina:
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla.
La mucca e il vitello,
la pecora e l'agnello,
la chioccia coi pulcini,
la mamma coi bambini.
Ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.

Porello mi spiace


Mario Merola
(Napoli, 6 aprile 1934 - Castellammare di Stabia, 12 novembre 2006). Attore e cantante italiano di musica leggera.

Figlio di un ciabattino, fin da ragazzo, nell'immediato dopoguerra, lavora come stivatore (come lui stesso racconta con orgoglio) al porto di Napoli. Anche su incoraggiamento dei colleghi, che apprezzano le sue doti canore, inizia a esibirsi come cantante nel repertorio classico della canzone napoletana, raggiungendo nel giro di pochi anni un notevole successo, dapprima a Napoli e successivamente in Italia e all'estero.

Tra i suoi tradizionali 'cavalli di battaglia' sono già "Guapparia" e "Zappatore". In un' irrefrenabile attività lavorativa, negli anni '60 realizza dischi, si esibisce in spettacoli, matrimoni, feste private. È un "talent - scout" (contribuisce tra l'altro alla prima popolarità del giovane Massimo Ranieri). Tra gli anni '70 e '80 rilancia la tradizionale sceneggiata napoletana, un canovaccio teatrale ispirato a una canzone del repertorio popolare e di solito basato sulla triangolazione "issa, isso e 'o malamente" (cioè: lei, lui e il mascalzone). Parallelamente inizia un'attività di attore cinematografico in produzioni ispirate perlopiù a storie di cronaca nera ("Sgarro alla camorra") o alle consuete sceneggiate ("Lacreme napulitane").

Continuano intanto sia le apparizione televisive, sia gli spettacoli all'estero, in Europa e Nord America, in particolare per il pubblico di origine italiana. Degli anni '80 è il particolare successo del brano "Chiamate Napoli 081". Negli anni '90, è vicino alle prime esperienze canore di Gigi D'Alessio che gli dedicherà poi la canzone "Cient'anne!" ("Cento anni!"), e interpreta il brano "Futteténne" ("Fregatene") insieme al cantautore Cristiano Malgioglio. Nel 2000 partecipa come attore al film di Roberta Torre "Sud side stori" e nel 2003 dà la voce al personaggio di Vincenzone nel film di animazione "Totò Sapore e la magica storia della pizza" di Maurizio Forestieri. Negli spettacoli degli ultimi anni si esibisce spesso insieme al figlio Francesco Merola, anch'egli interprete e musicista.

A fine 2004, Merola era tornato dopo 20 anni ad interpretare una sceneggiata a Napoli con 'I figli' di Libero Bovio. Nel 2005 aveva debuttato a teatro il recital 'Il lungo viaggio continua', in cui Merola era affiancato dal figlio Francesco nell'interpretazione dei grandi successi della canzone napoletana. Poi, con il precipitare delle condizioni di salute, all'inizio di questa settimana quel viaggio si è interrotto, tra le manifestazioni d'affetto dei colleghi e di tutta Napoli.

Il 7 novembre 2006 viene ricoverato nella sala di rianimazione dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia per un edema polmonare. Lì muore il 12 novembre per arresto cardiocircolatorio.

"E' mancato l'artista del popolo, il grande Mario Merola". Così si legge nel manifesto di lutto affisso in piazza e in molte strade della città.



Filmografia

* Sgarro alla camorra (1973)
* L'ultimo guappo (1978)
* Napoli... serenata calibro 9 (1978)
* Da Corleone a Brooklyn (1978)
* Sbirro, la tua legge è lenta... la mia no! (1979)
* Napoli... la camorra sfida, la città risponde (1979)
* I contrabbandieri di Santa Lucia (1979)
* Il Mammasantissima (1979)
* Zappatore (1980)
* La tua vita per mio figlio (1980)
* Carcerato (1981)
* I figli... so' pezzi 'e core (1981)
* Napoli, Palermo, New York il triangolo della camorra (1981)
* Lacrime napulitane (1981)
* Tradimento (2) (1982)
* Giuramento (1982)
* Torna (1984)
* Guapparia (1984)
* Sud side stori (2000)
* Totò Sapore e la magica storia della pizza (2003)

9.11.06

Cernunno

[“Accade una volta ogni cento anni...”

Disse il vecchio raggrinzito

“...e ogni volta l'uomo ne vuole la carne”

rispose la piccola, bellissima, donna seduta ai suoi piedi, mentre gli carezzava la lunga veste di broccato blu scuro intessuta in argento.

Intanto il piccolo cerbiatto brucava tranquillo affatto disturbato dalla presenza di quello strano pubblico.

“Se solo ne fossimo ancora capaci lo nasconderemmo, ma ne io ne voi mia splendida moglie possiamo più nulla sugli occhi degli uomini”...]



["Il cerbiatto albino soffre di una mutazione genetica, e quello che non appartiene alla natura va eliminato", ha detto nei giorni scorsi alla Bild Guenter Giese, presidente della Federazione dei cacciatori della Sassonia]


[Karl Hanter, gestore di un ristorante di Dresda, che con piacere sevirebbe ai suoi clienti un arrosto con la carne del cerbiatto albino. A suo avviso infatti "solo una volta nella vita capita di poter offrire ai propri avventori un arrosto di capriolo bianco".]

8.11.06

Red Green B...unny

Il mio Coniglietto da Notte


La gente dice che lui è morto, ma non sanno che la notte vaga per Bologna alla ricerca di quelli che lo insultano...

...

...

...

Qualcuno prima o poi dovrà dirgli che abitano ad Imola :-)

7.11.06

Pensierino della notte.


Mettersi gli auricolari è inquietante, fa sembrare tutto lontano e ovattato.

Una coltre di neve che attutisce i suoni

Tutto arriva come le parti non doppiate di un film, quando per risparmiare si lasciano le risate dell'attore o le grida della bambina.

5.11.06

45354


Saddam Hussein 144 Sciiti uccisi.

Un crimine orrendo che va punito.

In Iraq stando al sito http://www.iraqbodycount.net/ sono 45354 le vittime civili causate dell'intervento militare.

Saddam oggi è stato condannatoa morte.

I civili non vedranno nemmeno un processo per i responsabili dei loro omicidi.

La pena di morte viene inflitta da chi si è macchiato degli stessi crimini dei condannati.

La pena di morte non darà pace alle vittime, non risolverà nessuno dei problemi dell'Iraq, porterà solo gioia a quei governi che si sentono in diritto di decidere non solo sulla vita di un uomo, ma sui destini di un mondo di cui si sentono padroni.

3.11.06

Novanta


[...La sala dei Novanta doveva essere il centro e il focus dell'intera rocca.

Un salone enorme completamente in marmo arabescato da motivi arabeggianti, spaccato al centro del grande scalone alla bolognese.

Trenta gradini coperti da un tappeto rosso che portavano al ballatoio superiore e alle camere, nascosta in una delle alcove l'orchestra da camera per l'intrattenimento.

Tutto nasceva già pronto, costruito solo per quella sera a cui mancavano ancora più di vent'anni.

Novanta coppie di novantenni avrebbero danzato al suono di clavicembali e violini le musiche della loro giovinezza.

Il conte l'aveva sognata così e così sarebbe dovuta essere, la festa del suo novantesimo compleanno...]

2.11.06

Ma i Delfini lo sanno di che colore sono?

La prima Hosteria




[E' una strana fine di Ottobre quella del 2006.

Un caldo insolito mantiene viva la voglia di uscire la sera e di tirare tardi.

Le caldarroste non mandano ancora il loro forte odore sotto i portici del centro, e nemmeno sui colli più alti il mantello bianco dell'inverno si è ancora posato.

Il cambio dell'ora regala una notte innaturale alla città, così come è innaturale il silenzio che di colpo ricopre la piccola via Brocchindosso.

Nessun motorino sputacchiante olio manda la sua scorreggia dalla via San Vitale, nessuna macchina o autobus passa sferragliando.

Via Brocchindosso è stretta ed antica, nelle sue porte si sono nascosti briganti ed amanti, nei suoi cortili generazioni di bambini hanno giocato e visto i genitori ingrigirsi o innalzarsi oltre la fuliggine del quotidiano.

Questa notte l'unica luce viene da una piccola lanterna incredibilmente splendente che illumina una vecchia targa dipinta a mano

All'Hostaria Di Coppe”

Come falene attirate da una fiamma ammaliante vi avvicinate ed aprite le porte...]