24.11.06

Croara [2]



[...Luciano era un bell'omone, alto alto con due mani enormi e un gran sbuzzo per i lavori manuali.

Quando lo vedemmo arrivare ci preoccupammo non poco, eravamo appena passati dagli uomini che parlavano in uno strano modo e da quelli che venivano qui a nascondersi, i secondi un po' meglio dei primi, e non avevamo una gran voglia di avere nuovamente a che fare con quella gente alte e irrispettosa.

Luciano però era diverso, lui si guardava intorno con gentilezza e con un occhio esperto, una specie di autorevolezza imbastardita di calma e tristezza.

Tornò più volte e alla fine iniziò a lavorare di vanga e piccone, lo fece una mattina di aprile dicendo che era un giorno speciale e che Libero, il bimbo che portò con lui nella culla e che sistemò al bordo del campo, avrebbe dovuto ricordarselo.

Libero era buffo a vederlo, pensammo fosse mezzo scemo o che fosse malato, non ne avevamo mai visto uno prima, un piccolo uomo, un bambino era una roba nuova, ma quanto puzzava.

Cioè non è che puzzasse lui normalmente, però ciclicamente un paio di volte al giorno non gli ci si avvicinava, per quello pensammo fosse malato.

Ci faceva anche un po' pena così iniziammo a giocarci, lui rideva e noi gli camminavamo sulla pancia facendoci piccoli piccoli...]

1 commento:

Anonimo ha detto...

ancora! ...insomma: continua!